Noce
Junglans regia L. (Juglandaceae), noce (IT), nos (DI), noye (FR), nut (EN), nuz (ES), Kerne (DE)
Il frutto della memoria
Il noce ha origini in Asia, da dove raggiunse dapprima la Grecia, poi l’Italia e gli altri Paesi Europei. Dove sono tutt’oggi presenti innumerevoli varietà, come mostra la collezione varietale presente in Canton Turgovia, dove Heinrich Gubler custodisce oltre 300 varietà, sia indigene che internazionali. Si trovano noci piccole come un cinque centesimi e noci grandi quasi come un pugno di una mano. Nell’assortimento si possono ammirare anche noci dal cuore rosso1 originarie dalla valle del Danubio, tra l’Austria e la repubblica Ceca. Nelle nostre campagne il noce ha da sempre rivestito un ruolo molto importante e lasciato segni indelebili nella memoria infantile di molti. La raccolta delle noci conquista tutti, lasciando le mani dei raccoglitori di colore bruno-nerastro a causa del tannino contenuto nel mallo verde ancora fresco. Una sostanza largamente impiegata per colorare di bruno i tessuti.
Albero
Grande albero che può raggiungere 25-30 metri di altezza e un tronco di 2-3 metri di circonferenza. La corteccia color grigio chiaro si screpola con la vecchiaia. Non ama la potatura. Il suo legno è considerato pregiato per durezza e bellezza.
Foglie
Grandi, imparipennate, ossia formate da più foglioline disposte sul medesimo asse, in numero dispari (5-7-9). Le singole foglioline sono ovali, lisce, portate da un brevissimo picciolo. Se stropicciate, emanano un odore intenso e caratteristico.
Fiori
Fioritura da aprile a maggio, timida e curiosa. Timida perché i fiori sono poco appariscenti, curiosa perché la stessa pianta porta fiori femminili e maschili separati. Quelli femminili, pistilliferi, crescono a 2 o 4 sui rami dell’anno, e una volta fecondati danno origine ai frutti. I fiori maschili, staminiferi, crescono sul legno di due anni e formano degli amenti: strutture pendule che mosse dal vento, rilasciano il polline e rendono possibile l’impollinazione.
Frutto
Autunnale (settembre-ottobre). Drupa verde, sferico-ovoide, costituita di una polpa esterna verde (il mallo), da un nocciolo o guscio bivalve al cui interno è custodito il seme (il gheriglio). A differenza di altre drupe, la parte commestibile non è la polpa bensì il seme. I frutti, raccolti tramite bacchiatura (scuotimento delle fronde), vengono fatti seccare qualche giorno per essere liberati dal mallo ed essere pronti al consumo. In media un albero può produrre 2 quintali di frutti.
Notizie per il palato e per la salute
Il consumo delle noci è un toccasana. I suoi semi hanno un grande valore nutritivo. Contengono molte vitamine e sostanze minerali. Inoltre contengono 60-70% di lipidi, corpi grassi che non fanno ingrassare. Per l’analogia tra seme e cervello2, il suo consumo è da sempre stato ritenuto benefico per il cervello, per curare ferite al capo, mal di testa, malattie mentali e attacchi di epilessia3. Oggi studi scientifici attestano che aiuti anche alla concentrazione e alla memoria. In Ticino si era soliti raccogliere le noci verdi il 24 giugno, giorno di San Giovanni, per produrre il nocino, liquore chiamato anche ratafià.
NB: nella storia, non mancano teorie ostili all’uso delle noci, secondo le quali le noci avevano sì effetti sul cervello, ma non benefici. Le Ménagier de Paris (1393) è una raccolta di consigli per la gestione della casa, ricette e regole di bon-ton scritte da un anziano marito per la sua giovanissima moglie. In questo testo si afferma che le noci, piuttosto che curare il mal di testa lo provochino. Nella sua Naturalis Historia, Plinio il Vecchio avverte che persino sedersi sotto a un noce provoca una “pesantezza di testa” perché le foglie dell’albero rilasciano un veleno che penetra nel cervello.
Testo di Muriel Hendrichs
1 frutto dell’anno 2013 secondo la classifica annuale dell’associazione Fructus
2 la noce ricorda un encefalo in miniatura, con un emisfero destro e uno sinistro, due cerebri in alto e due cervelletti in basso
3 nel Medioevo l’opera Signatura rerum assegnava proprietà terapeutiche alle piante sulla base delle loro somiglianza a specifiche parti del corpo umano