Centranthus ruber

È impossibile ignorare la valeriana rossa (Centranthus ruber (L.) DC) al Sentiero di Gandria. In primavera e d'estate le sue infiorescenze dense di fiorellini rosa scuro accompagnano il viandante lungo tutto il percorso, perché cresce ovunque nelle fessure dei muri e delle rocce.

In passato apparteneva alla famiglia delle Valerianaceae, ma oggi, grazie alle nuove conoscenze sull’evoluzione delle piante è stata inserita, come tutte le altre valeriane e valerianelle, nella famiglia delle Caprifoliaceae. Il nome generico gli fu conferito dal botanico ginevrino Augustin Pyrame de Candolle che lo compose dalle due parole greche ‘kéntron’, sperone, e ‘anthos’, fiore, a causa dei fiori muniti di sperone. Il nome specifico è latino e significa rosso. In italiano si chiama camarezza comune, centranto rosso o valeriana rossa.

 

Pianta suffruticosa (erbacea ma legnosa alla base dei fusti) perenne, alta 30-70 cm, glabra e di colore glauco. Le foglie sono opposte, sessili (prive di picciolo), un po’ coriacee, ovali o ampiamente lanceolate e intere. Quelle inferiori hanno la base stretta e quelle superiori hanno la base larga a cuore. I fiori, muniti di uno sperone sottile alla base lungo 4-7 mm, sono rosa, rossi o bianchi e riuniti in un’infiorescenza a pannocchia terminale. Il tubo della corolla è lungo 7-9 mm e termina in 5 lobi allargati. I frutti ovoidali, lunghi circa 4 mm, sono sormontati da un’appendice piumosa di setole. Fiorisce tra maggio e agosto.

 

Specie di origine mediterranea, con un areale limitato alle coste, è diffusa in Europa meridionale (dal Portogallo alla Crimea), in Africa nord-occidentale (dal Marocco alla Tunisia) e in Asia Minore (Turchia). A causa della coltura nei giardini, si è inselvatichita in numerose zone d’Europa occidentale e settentrionale, sulle Azzorre e Isole Canarie, negli Stati Uniti e in Australia. In Sudafrica è considerata altamente invasiva, il suo possesso è quindi vietato e dove cresce vi è l’obbligo di estirparla. In Svizzera è diffusa un po’ ovunque nelle zone più calde e negli insediamenti ed è annoverata fra le neofite, ovvero quelle specie arrivate nella regione dopo la scoperta delle Americhe, senza tuttavia essere considerata invasiva. Colonizza le rocce, le rovine e i vecchi muri in luoghi caldi e assolati, solitamente su substrati calcarei.

 

La valeriana rossa è spesso coltivata come pianta ornamentale e ne esistono anche varietà bianche o rosso carminio. Meno conosciute – ma non meno rilevanti – sono le sue proprietà medicinali. In passato era usata in erboristeria come succedaneo della Valeriana officinalis, celebre pianta medicinale, con cui condivide le virtù sedative e antispasmodiche. Negli ultimi decenni tuttavia, la ricerca fitofarmacologica ha dimostrato che, per quanto riguarda il tenore in principi attivi (i valepotriati, che sono dei terpeni iridoidi), la valeriana rossa batte addirittura la Valeriana officinalis, per cui merita, a tutti gli effetti, di essere più considerata.

 

Testo e foto: Nicola Schoenenberger
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Il Centranthus ruber al Sentiero di Gandria

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