Conservazione del Sentiero di Gandria

Passeggiando lungo il Sentiero di Gandria, possiamo vedere i risultati dei primi interventi importanti, eseguiti sotto la direzione di Oikos 2000 durante l’inverno 2016-2017, secondo il nuovo piano di gestione del sito naturalistico. Capire i lavori eseguiti ci permette di scoprire le peculiarità del Sentiero iscritto nell’inventario federale dei prati e pascoli secchi di importanza nazionale. Ricordiamo che lo scopo del piano di gestione è quello di garantire la conservazione nel tempo delle numerose specie vegetali e animali minacciate e rare del Sentiero di Gandria, per cui è necessaria una gestione mirata e razionale del sito naturalistico. Con l’abbandono dell’agricoltura estensiva e con l’arrivo di specie alloctone invasive, i prati secchi attorno al sentiero si sono progressivamente incespugliati, compromettendo l’habitat delle specie più tipiche ed esclusive. Qui di seguito, la panoramica degli interventi eseguiti.

 

1. Gestione della componente arbustiva e arborea
È stata diradata la componente arborea e arbustiva, in particolare le principali fonti di ombreggiamento del prato secco come l’alloro (specie sempreverde particolarmente dominante) e diverse latifoglie. Sono stati eliminati i ricacci dei rovi e sono stati invece mantenuti singoli alberi di grandi dimensioni (quali roverelle, tigli e carpini neri) e i cespugli delle specie più pregiate, come il maggiociondolo e il ranno spinello, che non compromettono le essenze erbacee. Gli alberi caduti a causa della forte nevicata del 5 marzo 2016 sono stati tagliati ed esboscati.

 

2. Gestione della componente erbacea
Lo sfalcio delle superfici erbose è avvenuto mantenendo alto il decespugliatore in modo da non causare danni alle specie di pregio. Sulle pareti, sui piccoli affioramenti rocciosi, così come lungo il bordo del sentiero non è stato invece eseguito alcun taglio. Le superfici erbose saranno gestite con un intervallo biennale, ad eccezione dei due prati
con le piantagioni di ulivo, sfalciati ogni anno.

 

3. Lotta alle piante alloctone invasive
Lungo tutto il sentiero sono state tagliate le palme del Giappone e l’ailanto (il cui controllo, ricacciando vigorosamente, necessita più interventi all’anno). Inoltre sono state gestite le neofite invasive erbacee attraverso l’estirpazione manuale ripetuta due volte. Tra le specie più diffuse e problematiche del Sentiero vi sono la cespica annua (Erigeron annuus) e la cremesina uva turca (Phytolacca americana), ma la più frequente, con una presenza a tappeto sugli affioramenti rocciosi lungo tutto il sentiero, è la cespica karvinskiana (Erigeron karvinskianus), che ricopre e sottrae ambienti preziosi a specie indigene rare e minacciate.

 

Foto: Nicola Schoenenberger e Oikos 2000

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