La riscoperta delle erbacce

28.05.2015

Negli ultimi giorni, sono comparse in città scritte misteriose con il nome - talvolta latino, talvolta italiano - di quelle che comunemente chiamiamo erbacce.

Crescono ai margini dei marciapiedi, nelle fessure dei muri e ai piedi degli alberi. Nei parchi e nelle aiuole danno fastidio e le strappiamo. Sono le erbacce, piante sfuggite alla mano sicura di chi fa manutenzione. Eppure come sarebbe il nostro paesaggio senza di loro? A scuola impariamo a riconoscere gli alberi più importanti dei nostri boschi, perché non dare un nome anche ai nostri coabitanti più marginali?
Imparando a riconoscere le erbacce, scopriremmo che molte di esse hanno proprietà fitoterapiche e svolgono una funzione molto importante per il nostro ecosistema, ad esempio bilanciano la temperatura e il tasso di umidità, attutiscono i rumori e nutrono gli insetti. Le erbacce ci danno informazioni sull’ambiente e non da ultimo sono graziose. La loro presenza in città ci ricorda uno dei principi alla base dell’ecologia: dove c’è spazio, qualcuno lo occupa. Lo spazio è inteso come luogo con condizioni ambientali di luce, di calore, di umidità, con la presenza di malattie ed erbivori – condizioni che sono definite nicchie – in cui alcune specie trovano esattamente l’habitat che gli serve per vivere. La presenza di erbacce non è dunque dovuta all’incuria, ma segue regole naturali molto precise.
Tra le specie che si sono adattate a vivere nelle nicchie cittadine troviamo il dente di leone, che esisteva ben prima dell’essere umano; troviamo il frassino, che nell’ambiente urbano cresce spontaneamente, e troviamo anche piante che arrivano da molto lontano, giunte con il traffico umano e di merci dall’Asia o dall’America. Un esempio è il Coronopus dydimus (la lappolina didima), originaria probabilmente delle Americhe, che cresce ai piedi degli alberi e sui selciati. Questa componente naturale che incontriamo in città nostro malgrado può dunque rivelarsi molto utile per capire l’ambiente in cui viviamo e per equilibrarlo.
L’intervento di pirateria botanica è un omaggio poetico a queste cittadine silenziose che sono le erbacce e un invito a riscoprire la città con altri occhi. L’azione di Lugano segue i precedenti interventi di Nantes (2014) e di Londra (2008).

 

Dalla stazione al liceo, ecco il percorso della nostra insolita passeggiata:
Piazza della Stazione
via Bertaccio
via Cattedrale
Salita Chiattone
via Peri
via Pelli
via Dufour
via Ciseri
via Curti
via Lambertenghi
via Lavizzari
via Landriani
viale Cattaneo

 

Il progetto è stato realizzato dalla Città di Lugano in collaborazione con il Museo Cantonale di Storia Naturale e con Scuola Club Migros Ticino.


La lista delle piante della nostra azione di pirateria botanica.

Die Wiederentdeckung des Unkrauts in der Stadt, Pressemitteilung

La découverte des mauvaises herbes en ville, communiqué de presse

Scopri la natura in città, gli alberi da frutto di antiche varietà, le piante rare del Sentiero di Gandria, i giardini tematici e i nostri progetti, vecchi e nuovi.



Aiuole perenni   
Alberi urbani   
Fauna urbana   
Flora urbana   






Frutteti urbani   
Zucche, orti e giardini   
Giardino degli odori   
Un orto in centro città   


A piedi lungo il fiume   
Farfalle in città, concorso   
Il giardino in città, concorso   
Il verde che arreda   
L'acqua del rubinetto è buona   
Pirateria botanica