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Diario dei frutteti: il pesco della vigna
Per secoli, in Ticino, era diffusa la coltivazione dei peschi della vigna, quella oramai rara famiglia di peschi, prodotti a partire da seme, su cui venivano maritate o fissate le piante di vite. Appoggiandosi ai peschi, le viti trovavano ombra e supporto e, con le pesche che maturavano insieme all’uva, i contadini saziavano la fame e la sete durante la vendemmia. Di questa consociazione, oggi è rimasto molto poco, pochissimi sono gli esemplari di peschi della vigna ancora coltivati. Siamo partiti sulle loro tracce…
Il pesco di Arrigo
L’anno scorso, nel giardino di un ronco situato nella parte alta di Sonvico, siamo rimasti conquistati da un pesco carico di frutti: una giovane pianta che ci offriva pesche di grandezza media, dal gusto molto buono, con buccia bianco-crema e rossa e la polpa bianca. Il nòcciolo era aderente alla polpa e l’albero pareva resistente alla bolla del pesco, due caratteristiche che troviamo anche nei peschi delle vigne. Pensavamo quindi di averne trovato una varietà con qualità particolari. Continuando la nostra ricerca scopriamo che Arrigo, che si prende cura del terreno, ha messo a dimora il pesco circa tre anni prima: “quando vango l’orto – racconta – sono sempre molto attento a quanto cresce e recupero quello che trovo!”. Comprendiamo dunque che la pianta di Arrigo è originata da un nòcciolo che proviene dal composto o dalla pianta di pesco che ha nell’orto. Ha avuto solo bisogno di cadere e passare l’inverno nella terra fredda, dove il riposo invernale è stato essenziale al seme per capire che era l’ora di risvegliarsi in primavera ed emergere dal terreno, dove l’occhio attento di Arrigo lo ha riconosciuto e messo in salvo, permettendoci oggi di studiarlo con attenzione e denominarlo “Bicolore di Sonvico”. Non abbiamo sufficienti elementi per classificarlo pesco delle vigne, anche perché la storia di Arrigo non ci riconduce ad una riproduzione da seme avvenuta per più generazioni. L’albero potrebbe anche essere nato da un seme di pesca comprato. Ad ogni modo, questo pesco presenta dei frutti molto interessanti dal punto di vista organolettico, della resa e della salute della pianta, abbiamo quindi considerato importante riprodurlo e osservarlo nelle prossime fasi.
Il pesco di Emma
Nello stesso giorno in Caregn, nella campagna a Sud di Sonvico, studiamo invece un pesco che mi è stato regalato qualche anno prima da Emma, nata nel 1925, che nella vita ha curato con amore il suo ronco, il suo vigneto e gli alberi da frutto dove sorgeva la pianta madre, ora scomparsa. Produce frutti più piccoli, dalla buccia giallo tenue-verdastra, molto morbidi al tatto poiché caratterizzati da discreta peluria. La loro polpa è giallo tenue e possiede un sapore interessante, con una nota amara, che però non disturba. Il colore del frutto e la provenienza della pianta ci danno lo spunto per chiamare questo pesco con il nome di lavoro “Giallo di Sonvico”. La sua storia, la dimensione dei frutti e le caratteristiche organolettiche questa volta ci convincono: è un pesco delle vigne!
I nòccioli di entrambe i peschi censiti sono stati messi in terra da Manuela Ghezzi di ProSpecieRara: vi aggiorneremo sulla crescita delle nuove piante la prossima primavera…
Se vuoi coltivare un pesco della vigna, questo è il momento giusto per farlo: clicca qui.
Contributo di Maurizio Cerri
Gruppo di lavoro per la mappatura delle antiche varietà di alberi da frutto sul territorio di Lugano
ProSpecieRara e il recupero dei peschi della vigna
Nel 2009, ProSpecieRara ha lanciato un appello per preservare queste varietà di peschi, che già da decenni, con l’intensificazione della viticoltura non tingono più di rosa le primavere nei nostri vigneti. Ma si può partecipare alla loro conservazione, piantando i semi dei peschi delle vigne in autunno, prima del riposo invernale. L’ideale sarebbe in un vaso, per riconoscerli meglio e proteggerli da eventuali ghiotti topi. Lasciandoli riposare al freddo di autunno e inverno, si potrà mettere a dimora la piantina che spunterà in primavera prossima, quando raggiungerà i 30 cm. Si può osservare la sua crescita, la sua fioritura e la sua germogliazione, per poi condividere i dati con ProSpecieRara e contribuire ad una maggiore conoscenza della varietà. E non sia mai che un giorno, quando sarà più grande, il nostro pesco ci chiederà di prendere in moglie una pianta di vite.









