Diario del frutteto: i fichi

16.11.2022

Percorrendo il territorio di inizio autunno, non possiamo rimanere indifferenti al dolce profumo dei fichi maturi e al ronzio di api e insetti che lo accompagnano, desiderosi di vincerci sul tempo nella conquista dei frutti. Dobbiamo essere cauti nel raccogliere i nostri beniamini cercando di farci strada tra il mondo alato venuto a far riserva di zuccheri per l'inverno. Ci muoviamo di albero in albero, un po' come fanno i nostri amici, restando meravigliati dalla diversità di frutti che ci offre il territorio.

Sono ben 36 le piante di fico che hanno destato la nostra attenzione durante i lavori di mappatura. Alcuni sono verdi, neri con delle lievi striature, altri si contraddistinguono per delle lenticelle molto grandi, per la forma allungata o appiattita, o per le loro polpe di consistenza e dolcezza molto diversa tra loro. In alcuni casi ci siamo imbattuti in interessanti denominazioni locali tra cui il Figh dra Madóna, Figh négre e Chiochín genoves. Quest’ultima varietà è caratteristica per la sua forma piccola a goccia, di colore verde con striature violacee e un aroma eccellente e persistente; la sua caratteristica più particolare è il colore dello strato tra polpa e buccia, di un viola intenso. I proprietari ci raccontano che da sempre lo hanno sentito chiamare così, con loro si è ipotizzato che potrebbe riferirsi ad una varietà portata dagli operai Liguri quando venivano a fare i terrazzamenti. Rapiti dalla dolcezza, spesso non immaginiamo quanta diversità di sapori, colori e storia si possa celare dietro a questo frutto.

 

Per quest’anno i fichi ci hanno salutato. Però molti di loro ci daranno appuntamento a inizio estate. Infatti, abbiamo rilevato la presenza di numerosi fichi che fanno i fioroni a fine luglio o a inizio agosto e che quindi donano dolcezza protratta durante l’estate.

 

La domesticazione del fico
Quando pensiamo a quel fondamentale passaggio tra società di cacciatori raccoglitori a civiltà agricole, si pensa spesso al ruolo fondamentale che ha giocato la domesticazione dei cereali. Sulla base di alcune ricerche archeologiche, risulta che nello stesso periodo siano stati domesticati anche degli alberi fondamentali per l’alimentazione. In epoca romana infatti, il fico cresceva insieme all’ulivo, tra campi di cereali e filari di vite nei terreni coltivati “domestici”, noti come ager1. Il fico è dunque un alimento antico e uno degli alberi su cui si ergeva la civiltà umana. Non è un caso quindi, che presenzia nella simbologia biblica2, in diverse farmacopee3 tradizionali ed è considerato il frutto essiccato più ricco dal punto di vista nutraceutico4. La domesticazione di Ficus carica è indubbiamente stata più rapida rispetto a quella dei cereali: si seleziona piuttosto facilmente con talea e rimane ancora geneticamente molto vicina ai suoi cugini selvatici.5

 

Le più grandi popolazioni di alberi di fico si trovano sulle coste del Mar Nero, del Mar di Marmara e del Mar Egeo nella regione mediterranea e lungo i fiumi nell’Anatolia centrale.6 Seppur nella maggior parte dei Cantoni Svizzeri il fico rimane un cultivar raro, nel Ticino presenzia largamente.

 

Attraverso il progetto di mappatura desideriamo mettere in risalto questo patrimonio. Se conoscete delle piante di fico sul territorio della grande città che hanno un valore particolare per voi, segnalatelo a alla città di Lugano o chiamando direttamente l’alberoteca: 079 922 24 84.

 

Testo e foto: Muriel Hendrichs e Giorgia Tresca per l’alberoteca

1| Muminjanov, H. and Karagöz, A., 2018. Biodiversity of Turkey: Contribution of Genetic Resources to Sustainable Agriculture and Food Systems. Genetic Resources of Medicinal and Aromatic Plants. 5th ed. Food and Agriculture Organization of the United Nations. Ankara, pp.73-90.

2| Aumeeruddy-Thomas, Y., Hmimsa, Y., Ater, M. and Khadari, B., 2014. Beyond the divide between wild and domesticated: spatiality, domesticity and practices pertaining to fig (Ficus carica L.) and olive (Olea europaea L.) agroecosystems in Morocco. Crops and people: choices and diversity through time. Brussels, Earth EU, London, OXFAM, pp.191-197.

3| McGovern, T.W., 2002. Botanical Briefs: The Fig-Ficus carica L. Cutis69(5), pp.339-340.

4| Barolo, M.I., Mostacero, N.R., López, S.N., Ficus carica L. (Moraceae): An ancient source of food and health, Food Chemistry (2014), doi: http://dx.doi.org/10.1016/j.foodchem.2014.04.112

5| USDA/ARS (US Department of Agriculture, Agricultural Research Service). (2002)

6| Aumeeruddy-Thomas, Y., Hmimsa, Y., Ater, M. and Khadari, B., 2014. Beyond the divide between wild and domesticated: spatiality, domesticity and practices pertaining to fig (Ficus carica L.) and olive (Olea europaea L.) agroecosystems in Morocco. Crops and people: choices and diversity through time. Brussels, Earth EU, London, OXFAM, pp.191-197.

Figh dra Madóna
Maurizio Cerri
"altri fichi si contraddistinguono per le lenticelle molto grandi"
"altri fichi si contraddistinguono per la forma appiattita"
"altri fichi si contraddistinguono per la forma appiattita"
"alcuni fichi sono verdi, neri con lievi striature"
Chiochín genoves

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