Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.

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Chamaerops humilis

20.04.2018
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

Delle 2600 specie di palme diffuse in tutto il mondo, solo due sono europee, una di esse è la Chamaerops humilis, detta anche palma nana o palma di San Pietro. Tipico elemento della macchia mediterranea, è coltivata lungo il Sentiero di Gandria.

Sono l’emblema dei tropici, esistono da oltre 70 milioni di anni e sono evolutivamente più vicine ai tulipani che agli alberi dei nostri boschi. La straordinaria famiglia delle palme (Arecaceae) è composta da circa 2600 specie diffuse nelle zone tropicali e subtropicali del mondo, solo due sono autoctone d’Europa: la palma da dattero di Creta, Phoenix theophrasti Greuter, presente unicamente in nove località sull’isola di Creta, e la palma nana, Chamaerops humilis L., specie mediterranea coltivata anche al Sentiero di Gandria. La palma di Fortune, Trachycarpus fortunei (Hook.) H. Wendl., ampiamente coltivata in Ticino e sfuggita dai parchi per invadere spontaneamente i boschi, è invece una specie esotica che proviene dall’Asia orientale (si chiama anche palma cinese).
Il nome botanico della palma nana o palma di San Pietro, Chamaerops humilis, deriva dalle parole greche khamai e rhops, che significano rispettivamente piccolo e cespuglio, e dalla parola latina humilis, aggettivo di humus ovvero terra, quindi vicino alla terra, basso di statura.
Palma sempreverde alta da 0.5 a 2 m, in coltura raggiunge anche i 7 m, possiede grandi foglie coriacee a ventaglio, lunghe 60-80 cm, disposte a rosetta all’apice del fusto. Il picciolo è munito di aculei pungenti ai bordi e il tronco genera rigetti dalla base conferendo, alla specie, un portamento cespuglioso. I piccioli armati e l’habitus ramificato sono buoni criteri per distinguere la palma nana dalla palma di fortune a cui assomiglia molto, in particolare in giovane età. I fiori sono disposti in infiorescenze lunghe fino a 40 cm a pannocchia densa, inserite all’ascella delle foglie, con numerosi fiorellini giallo-verdognoli. I fiori sono composti da un ovario tripartito, 6 stami e 6 tepali, un’architettura del tutto simile a quella dei fiori di tulipano. Il frutto è un dattero arrotondato carnoso di 1-3 cm giallo bruno a maturità che contiene un singolo seme legnoso. Fiorisce tra maggio e giugno.
In natura, la palma nana è diffusa nelle zone costiere del bacino occidentale del Mediterraneo, dal Portogallo a Malta e dal Marocco alla Libia. In Francia e in Liguria è molto rara, esistono solo alcune località conosciute in Costa Azzurra e nel promontorio di Portofino. Tipico elemento della macchia mediterranea preferisce substrati calcarei e cresce nelle boscaglie sempreverdi, nelle rupi e nei terreni sabbiosi aridi vicino al mare fino a 600 m di altitudine. Seppur teme il freddo esistono varietà coltivate che resistono a geli fino a -10 °C.
Similmente a molte altre specie di palme, il midollo dei germogli apicali della palma nana sono commestibili. Pare che la raccolta eccessiva del midollo in passato abbia contribuito alla forte riduzione di alcuni popolamenti naturali. Le foglie venivano invece usate per la fabbricazione di scope, ceste o stuoie. L’uso quale pianta ornamentale l’ha resa famosa nel mondo intero. Nel 1786, quando J. W. Goethe vide un esemplare di Chamaerops humilis nell’orto botanico di Padova piantato due secoli prima, ne rimase talmente affascinato da dedicargli alcuni scritti. L’esemplare esiste ancora oggi ed è conosciuta come Palma di Goethe: è la pianta vivente più antica dell’orto botanico.

 

Guarda la scheda botanica di Acta Plantarum.
Testo e foto: Nic Schoenenberger