Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.

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Cotinus coggygria

22.04.2021
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

I popolamenti svizzeri di Cotinus coggygria Scop. si situano al limite nord occidentale dell’areale di distribuzione spontanea della specie. Da qui si estende, lungo i pendii rocciosi soleggiati e asciutti, fino in Cina. Arbusto avvincente e misterioso, pianta medicinale e ornamentale, possiede nomi volgari che rispecchiano a giusta ragione il suo fascino: albero della nebbia, albero della parrucca, sommacco selvatico, fistello, scotano o cotino.

Unico rappresentante della famiglia delle Anacardiaceae autoctono in Svizzera (famiglia che comprende anche il mango, il pistacchio e l’anacardio o noce di acagiù), Cotinus coggygria porta un nome antico: il genere Cotinus gli fu attribuito da Plinio che lo usava per definire un arbusto dell’Appennino usato per il pigmento purpureo del suo legno. L’epiteto specifico coggygria era il nome usato da Teofrasto per descrivere la pianta. Si pensa che coggygria  abbia la stessa etimologia di cocciniglia, insetto dal quale si ricava il carminio, celebre colorante rosso scarlatto dei talari cardinalizi.

 

Il sommacco selvatico (come viene più spesso chiamato in Svizzera) è un arbusto caducifoglio dall’odore resinoso, con rami prostrati o ascendenti, che raggiunge 3 m di altezza. Le sue foglie sono alterne, munite di lunghi piccioli e lamine ovali-ellittiche a quasi rotonde, opache e glauche su ambo le facce e con nervature sporgenti dorsalmente e quelle secondarie disposte quasi ad angolo retto rispetto alla principale. D’autunno le foglie mutano al giallo arancio fino al rosso vivo e diventano molto appariscenti. I fiori giallastri muniti di 5 petali sono di piccole dimensioni (circa 2 mm), per lo più sterili e disposti in ampie pannocchie irregolari i cui rami si allungano e si ricoprono di lunghi peli rosei dopo la fioritura, conferendo all’infiorescenza un aspetto piumoso (da qui il nome “albero della nebbia” o “della parrucca”). Il frutto, dalla tipica forma asimmetrica reniforme o a cuore di molte Anacardiacee, è una drupa lunga 3-5 mm che diventa scura e lucida a maturità. Fiorisce tra maggio e giugno.

 

Specie originaria dalle zone aride del Mediterraneo e dell’Asia è diffusa in una areale molto vasto che va dal sud est della Francia e dall’Italia centro-settentrionale fino al Caucaso, all’Himalaya e al nord della Cina. In Svizzera è presente naturalmente nel Canton Vallese e in Ticino, dove colonizza i pendii ripidi del lago di Lugano da Gandria fino a Capolago. Altrove è coltivata e talvolta si inselvatichisce.

 

Arbusto termofilo, cresce nei cespuglieti, nelle pietraie e sulle rupi preferibilmente calcaree, spesso assieme alla roverella, all’orniello e al carpino nero, dalla pianura fino a circa 900 m di altitudine. Vista la sua presenza piuttosto sporadica e il fatto che cresce in habitat sensibili a cambiamenti difficilmente reversibili, è iscritto nella Lista Rossa Svizzera con lo statuto NT (potenzialmente minacciato).

 

Per il carattere ornamentale delle foglie e delle pannocchie fiorali piumose che conferiscono alla pianta un aspetto lieve e aereo, è regolarmente coltivato nei giardini, specie nelle varietà dalle foglie purpuree. Ogni parte della pianta contiene abbondanti oli essenziali e tannini, motivo per il quale è utilizzata, in medicina popolare, come rimedio naturale contro svariate malattie: le foglie essiccate come febbrifugo e la corteccia come astringente ed emostatico. Ma l’uso più antico è quello di foglie e rami per la concia delle pelli, grazie all’elevato tenore di tannini. Ricerche fitofarmacologiche più recenti hanno dimostrato numerose attività antiossidative, antibatteriche, antimicotiche, antivirali, antitumorali, antigenotossiche, epatoprotettive e antinfiammatorie negli estratti di ogni parte della pianta. Si stima quindi che il potenziale d’uso del sommacco selvatico in medicina, nei cosmetici e come integratore alimentare sia assai elevato.

 

Testo e foto: Nicola Schoenenberger

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Cotinus coggygria, Gandria
Cotinus coggygria, San Martino Griante
Cotinus coggygria, Sentiero di Gandria
Cotinus coggygria, Sentiero di Gandria
Cotinus coggygria, Sentiero di Gandria
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