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Euphorbia prostrata

03.05.2022
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

L'euforbia prostrata  è piccola, ignorata e calpestata. Segnalata per la prima volta presso Lugano negli anni 1940, questa tenace piantina dell'America tropicale ha cominciato, a partire dal 2000, la sua corsa alla conquista dei selciati della Svizzera.

Euforbo, a cui l’Euforbia è dedicata, era il medico del re della Numidia e della Mauretania Giuba II. L’epiteto specifico prostrata, proviene dal latino prosterno, ovvero gettare a terra o sdraiarsi, in riferimento al portamento appiattito sul terreno della pianta. In italiano si chiama euforbia prostrata.

 

Pianta annuale della famiglia delle Euphorbiaceae, ha il fusto ramificato aderente al terreno, glabro o peloso, talvolta radicante ai nodi, che forma una rosetta dal diametro di 30 cm al massimo. Le foglie sono opposte, ovali-ellittiche e asimmetriche alla base, con margine finemente dentato, supportate da un picciolo molto breve (di circa 1 mm), 1.5-2 volte più lunghe che larghe e sprovviste di macchie rossastre (a differenza dell’Euphorbia maculata, molto simile ma ben più frequente e provvista di macchiette rosse al centro delle foglie). L’infiorescenza caratteristica, che nelle Euforbie si chiama ciazio, si trova alle ascelle delle foglie ed è prodotta in gran numero. I frutti sono delle capsule, globose e trilobate, grandi circa 1.5 mm e munite di peli divaricati alla base e lungo le chiglie (linee di sutura delle celle della capsula). I semi sono rossastri a 4 angoli acuti con scanalature trasversali sui lati. Fiorisce da giugno a ottobre.

 

Originaria dell’America tropicale, l’euforbia prostrata è ormai subcosmopolita, ovvero diffusa nel mondo intero, salvo nelle zone boreali e artiche. In Svizzera, dove per la prima volta fu scoperta negli anni 1940 nel Luganese, dal 2000 in poi ha cominciato a diffondersi velocemente ed è ormai presente in tutto l’Altipiano, in Ticino e in Vallese.

 

Specie versatile, colonizza i luoghi caldi soggetti a disturbo antropico come i selciati, le fessure stradali, le massicciate ferroviarie, i giardini, i terreni coltivati e i cumuli di macerie, su suoli minerali e sabbiosi. Sopporta bene il calpestio e popola i fondovalle fino a circa 900 m di altitudine.

 

Come la maggior parte delle euforbie, anche l’euforbia prostrata è tossica a causa del lattice ricco di esteri terpenici che può causare irritazioni e reazioni fotoallergiche. Studi farmacologici hanno dimostrato un’azione antiinfiammatoria e antibatterica di estratti della pianta, ma senza trovare, per il momento, applicazioni in medicina. Tuttavia, l’euforbia prostrata è comunemente usata in Camerun come rimedio tradizionale per il trattamento delle febbri tifoidi.

 

Testo e foto: Nicola Schoenenberger
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Euphorbia prostrata, Sentiero di Gandria
Euphorbia prostrata, Sentiero di Gandria