Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.
Stipa eriocaulis
Sulle pendici del Monte San Salvatore troviamo la Stipa eriocaulis Borbás, l'erba delle steppe ventate dell'Asia.
In molte opere di riferimento è considerata sottospecie o sinonimo di Stipa pennata L., ma nelle flore svizzere e austriache, per alcune differenze morfologiche, è ritenuta una specie a se stante.
Di etimologia greca, il nome generico deriva da stypé, che significa stoppa o cordame, in allusione alle infiorescenze piumose di alcune specie del genere; mentre il nome specifico è composto da érion, lana, e caulós, gambo, ovvero dal gambo lanoso.
L’aggregato di specie della Stipa pennata, di cui anche la Stipa eriocaulis fa parte, è composto da piante delle steppe dell’Asia centrale, Mongolia e Cina, che si estendono fino in Europa nelle valli interne delle Alpi, dove, come nelle steppe, il clima è continentale, caratterizzato da grandi sbalzi di temperatura e da una forte aridità estiva. Il fatto che la stipa nel Ticino meridionale cresca solo lungo il Sentiero di Gandria e ai piedi del Monte San Salvatore, sul versante nord-est, racconta molto di questo territorio, situato ai margini di un contesto climatico che ci lega all’estremo oriente. Si potrebbe insomma sostenere che a Lugano abbiamo un angolo di Asia centrale.
Pianta erbacea perenne che cresce in cespi densi, alti 25-50 cm. Le foglie sono rigide, nastriformi, arrotolate su se stesse e appuntite. L’infiorescenza è una pannocchia stretta con la base spesso avvolta dalla guaina superiore. Ogni spighetta è munita di una resta filiforme, sericea e piumosa, lunga fino a 30 cm, genicolata, di colore bianco niveo. Quando il seme è maturo, i frutti piumati si staccano e prendono il volo. Il frutto si aggancia a terra attraverso la sua base elicoidale e, grazie ai movimenti della resta genicolata, è avvitato nel suolo dal vento. Senza queste caratteristiche, in climi ventosi e su terreni duri e secchi la stipa non riuscirebbe a riprodursi.
Testo e foto di Nicola Schoenenberger
Nelle foto: la stipa pennata a Capo San Martino e nelle steppe della Calmucchia