Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.
Polypodium interjectum
A prima vista lo si confonde con il polipodio comune o felce dolce (Polypodium vulgare L.), specie a cui assomiglia molto e che è assai diffusa sul nostro territorio. Il Polypodium interjectum Shivas tuttavia è una felce molto più rara e, in tempi recenti, è stata segnalata in Ticino solo al Sasso di Gandria e nel basso Malcantone.
Il nome del genere Polypodium significa “dai molti piedi” e si riferisce verosimilmente al rizoma, ovvero il tronco sotterraneo delle felci, che è molto ramificato. L’epiteto della specie interjectum significa “intercalato”, in allusione ai caratteri morfologici intermedi tra Polypodium vulgare e Polypodium cambricum, di cui è l’ibrido stabilizzato. In italiano si chiama polipodio sottile o polipodio intermedio. Come numerose altre felci, in particolare delle zone subtropicali e tropicali, appartiene alla famiglia delle Polypodiaceae.
Il polipodio sottile è una felce perenne, dotata di un rizoma strisciante e ramificato, ricoperto da squame brune e dal quale emergono delle fronde sempreverdi che raggiungono 70 cm di lunghezza (compreso il picciolo) e 8 cm di larghezza. Il lembo è da ovale-lanceolato a triangolare e porta 10-25 paia di pinne appuntite con margine generalmente dentellato. I sori, organi posti sulla pagina inferiore della fronda contenenti gli sporangi che a loro volta producono le spore, sono di forma ellittica e, a maturità, di colore ferrugineo. Le nuove fronde appaiono in autunno e la sporazione avviene tra agosto e ottobre. È spesso confusa con Polypodium vulgare, che si distingue per i sori rotondi e le foglie nuove che si sviluppano a inizio estate. Come è il caso per parecchie felci, il polipodio sottile possiede un numero elevatissimo di cromosomi: 222 ovvero quasi 5 volte di più dell’essere umano.
È una specie di origine europea e mediterranea, presente sulle Isole Canarie e a Madeira, dalla Spagna all’Ucraina, in Irlanda, Gran Bretagna, fino al sud della Svezia. In Italia è presente in tutte le regioni. In Svizzera è diffusa soprattutto nel Chablais, nell’arco lemanico e giurassiano, e in Ticino. È protetta integralmente nei cantoni di Vaud e Ginevra.
Viste le frequenti confusioni con la felce dolce (Polypodium vulgare), non si conosce a sufficienza la sua reale distribuzione.
Specie termofila, predilige i suoli calcarei e dolomitici e cresce in posizioni di penombra nei boschi, nei muri, nelle fessure umide di rocce o come epifita di tronchi d’albero, fino a 1000 m di altitudine.
Come la felce dolce, dalla quale per molto tempo non veniva fatta distinzione, la felce sottile era utilizzata sin dall’antichità per le sue proprietà espettoranti, mucolitiche, lassative e come vermifugo e colacogo (che facilita la produzione ed espulsione della bile). A causa della presenza in grandi quantità di glicirrizina (principio attivo dell’estratto di liquirizia) e di altri glicosidi, il rizoma ha un sapore dolce. Contiene in particolare l’osladina, una saponina steroidea, è una molecola che dolcifica da 200 a 300 volte più del saccarosio. A causa del suo tipico gusto di liquirizia veniva chiamata dai francesi “réglisse du pauvre”, ovvero liquirizia del povero.
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Testo e foto: Nicola Schoenenberger