Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.

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Verbascum densiflorum

21.08.2018
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

Imponente, dai fiori belli e dal portamento curioso, il verbasco ha notevoli proprietà medicinali ma è una pianta poco esigente, che predilige suoli calcarei, soleggiati e secchi. Si trova lungo il Sentiero di Gandria.

Pianta medicinale conosciuta sin dall’antichità per le numerose virtù, notevole per altezza e dimensione dei fiori, seppur poco esigente, il Verbascum densiflorum Bertol. si insedia lungo il Sentiero di Gandria ovunque il suolo viene periodicamente smosso da sassi che franano o dagli interventi dell’uomo.
In italiano è chiamato anche verbasco a fiori addensati, candela regia, guaraguasco o piatandomino, il nome latino del genere Verbascum era usato già da Plinio per descrivere la pianta e si riferisce verosimilmente a “barbascum” per la densa pelosità di foglie e fusti. L’epiteto specifico, invece, richiama i fiori, densamente arrangiati sulle imponenti infiorescenze.
È una pianta erbacea biennale, produce una grande rosetta basale il primo anno di vita e fiorisce il secondo, dopodiché muore. Appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae, può raggiungere i 2 metri di altezza e possiede grandi fiori dal diametro di 3-5 cm. Le corolle giallo chiare a forma di coppa possiedono un tubo corto e grandi lobi arrotondati. Tutta la pianta è coperta da un tomento grigio giallastro di peli ramificati che le conferiscono un aspetto feltroso e arruffato. I fiori sessili sono disposti a 2-7 nell’ascella di piccole foglie, il che conferisce all’infiorescenza, che è un racemo, l’aspetto di una spiga. Gli stami sono 5, i tre superiori corti e coperti da peli lanosi, mentre i due inferiori, lunghi, sono glabri. Le foglie sono oblunghe (molto più lunghe che larghe) ed ellittiche, quelle della rosetta basale sono lunghe fino a 40 cm e quelle del fusto, alterne, sono decorrenti alla base in lamine fuse allo stelo. Le foglie decorrenti e la densa pelosità sono interpretate come soluzioni per tollerare la siccità: le prime per convogliare l’acqua piovana verso le radici e la seconda, cioè la pelosità, per limitare l’evaporazione. I frutti sono capsule e si calcola che un individuo può produrre fino a 700’000 semi. Fiorisce tra giugno e settembre.
Specie di origine europea e dell’Asia occidentale è diffusa in Marocco, dalla Spagna fino alla Svezia, in Turchia, Georgia e Azerbaigian. Preferisce luoghi soleggiati e caldi, suoli calcarei ricchi in nutrimenti e mediamente secchi, cresce nelle zone ruderali, suoli alluvionali, in luoghi ghiaiosi e lungo i sentieri.
Già Dioscoride e Ippocrate ne lodavano le numerose virtù medicinali. Grazie alla presenza di saponine, mucillagini e iridoidi, del Verbascum densiflorum si usano i fiori, definiti nella farmacopea come Verbasci flos, contro la tosse o la bronchite in qualità di espettoranti e per lenire le irritazioni delle vie respiratorie. Recentemente la ricerca farmacologica ne ha evidenziato effetti antivirali, mentre nella medicina popolare il verbasco veniva anche usata contro i reumatismi, le patologie dei reni e della vescica e contro le irritazioni della mucosa intestinale. Impiegato talvolta come specie ornamentale nei parchi, in passato veniva anche usato a scopi tintori.

 

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Testo e foto: Nicola Schoenenberger