Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.
Trachycarpus fortunei
Nell’immaginario svizzero il Ticino è terra di sole e di vacanze, l’inizio del meridione per chiunque provenga da oltralpe, in fuga dal freddo e dalla pioggia. La palma di Fortune è l’assoluto simbolo di questa rappresentazione, è talmente iconica che a nord la chiamano palma ticinese, quando in verità è cinese.
Il nome del genere proviene dal greco trachýs, ovvero ruvido, e karpós che vuol dire frutto, in allusione all’aspetto dei frutti. La specie è dedicata al giardiniere, esploratore e collezionista scozzese Robert Fortune (1812-1880), conosciuto per aver introdotto circa 250 nuove piante ornamentali, principalmente dalla Cina, ma anche dal Giappone, nei giardini della Gran Bretagna per conto della Horticultural Society of London. Il suo successo più grande fu l’introduzione delle piante di tè cinese (Camellia sinensis) in India nel 1848. In italiano si chiama palma di Fortune, palma eccelsa o Trachicarpo.
Rappresentante della famiglia delle Arecaceae, la palma di Fortune è un albero dioico (con i fiori maschili e i fiori femminili portati su individui distinti) o raramente ermafrodito, che raggiunge 15 m di altezza. Il tronco è solitario, non ramificato, con un diametro di 20-25 cm, coperto di lunghe fibre marroni. Le foglie, a forma di ventaglio sono larghe fino a 1.5 m e formano una corona pressoché sferica, quelle morte rimangono attaccate per anni al tronco e si accumulano in una sottoveste. Il picciolo delle foglie è spesso finemente dentellato e lungo fino a 1 m. I fiori gialli sono riuniti in infiorescenze a pannocchia molto ramificate, lunghe 20-90 cm. I frutti sono delle drupe reniformi, dapprima verdastre e poi nere-violacee, di cui vanno ghiotti gli uccelli che li disperdono in natura. Si tratta di una delle palme più rustiche del mondo poiché sopravvive a gelate fino a –18°C purché siano di breve durata. Fiorisce da marzo a maggio.
La palma di Fortune è originaria della Cina orientale e centrale, ma, essendo coltivata sin dall’antichità in oriente, risulta impossibile stabilirne l’origine esatta. Al di fuori della sua distribuzione naturale, è coltivata come pianta ornamentale nelle regioni subtropicali e temperate di tutto il mondo, con una preferenza per i climi oceanici. In Svizzera, i primi esemplari furono probabilmente importati in Ticino nel diciassettesimo secolo. Negli anni 1920 si osservavano le prime presenze spontanee nei sottoboschi ticinesi e, a partire dagli anni 1960 cominciò, dapprima lentamente e poi sempre più in fretta, a colonizzare ogni sorta di bosco a bassa altitudine. Grazie al riscaldarsi del clima che permette alla palma di Fortune di compiere la fotosintesi e crescere anche in inverno – il che le conferisce un vantaggio competitivo sulle specie caducifoglie – negli ultimi decenni l’espansione è stata esplosiva al punto tale da iscriverla nella lista delle specie invasive dannose della Svizzera. Oggi è considerata invasiva anche in Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Anche nel nord delle Alpi svizzere comincia a inselvatichirsi nelle zone particolarmente miti, specie in prossimità dei laghi. Seppure prediliga i suoli umidi delle foreste alluvionali e dei bordi di ruscelli, cresce facilmente anche in situazioni asciutte, nei boschi misti di latifoglie, nei castagneti e nelle foreste termofile di carpino nero e frassino da manna.
Oltre all’utilizzo come pianta ornamentale, in Cina si adopera il tessuto fibroso che avvolge la base delle foglie e ricopre il fusto per lavori di intreccio, come stuoie e funi, vista la sua tenacia e resistenza.
Testo e foto: Nicola Schoenenberger
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