Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.
Chrysopogon gryllus
Come i grilli da cui prende il nome, la trebbia maggiore ama i prati secchi. È infatti originaria dalle steppe della fascia arida della Siberia meridionale, e dalle nostre parti è specie caratteristica dei prati secchi insubrici.
Il nome generico di questa rappresentante della famiglia delle Poaceae, significa barba d’oro e proviene dalla combinazione delle parole greche chrysós, ovvero oro e pógon, barba. L’epiteto specifico gryllus significa grillo, forse in allusione all’ambiente arido prediletto sia dalla pianta che dall’insetto oppure a causa delle spighette che cadendo al suolo possono muoversi a scatti come se fossero grilli, in risposta alle variazioni di umidità che causano il repentino attorcigliarsi e distendersi delle reste (movimenti igroscopici). In italiano si chiama trebbia maggiore, barbadoro o erba da spazzole.
Erba cespitosa perenne, munita di un grosso rizoma fibroso e radici ispide, alta 30-120 cm con foglie lineari piane, larghe 2-4 mm, scabre e munite di peli divaricati lungo il bordo. Gli steli (culmi) sono robusti e rigidi e portano delle pannocchie molto ampie e lasse, lunghe fino a 30 cm. I rami della pannocchia sono verticillati, lunghi, sottili e flessibili, leggermente ispessiti e circondati da peli dorati sotto le spighette. Le spighette contengono un solo fiore e sono raggruppate a tre all’estremità dei rametti. Quella mediana è sessile e munita di una lunga resta ritorta di 3-4 cm. Il frutto è un cariosside, ovvero un frutto secco che non si apre a maturità munito di un solo seme, tipico delle Poaceae. Fiorisce tra giugno e luglio.
La trebbia maggiore è una pianta dell’Asia sudoccidentale con una sorprendente distribuzione disgiunta. È diffusa nell’area mediterranea dalla Francia al Libano, attorno al Mar Nero fino al Caucaso e al nord dell’Iran per quanto concerne il suo areale occidentale. Circa 5’000 km più ad est è poi presente, morfologicamente identica, dall’India (Assam) al Nepal, fino al nord della Thailandia, dove recentemente è stata trovata nelle praterie soggette agli incendi. In Svizzera cresce in Ticino e nel Grigioni italiano (Val Poschiavo e Val Mesocco) e nel Canton Vaud a Bex.
Specie steppica, caratteristica dei prati secchi insubrici, predilige i suoli decalcificati e aridi d’estate a bassa altitudine ed è iscritta nella Lista Rossa Svizzera e in quella del Sud delle Alpi con l’indice NT (potenzialmente minacciata).
L’elevato tenore in acidi fenolici che la trebbia maggiore rilascia nel suolo, le permettono di inibire la germinazione e la crescita di altre specie intossicando e sbaragliando la concorrenza. Al contempo, queste sostanze la rendono una pessima pianta foraggera, evitata quindi anche dagli erbivori. Con i suoi rizomi muniti di radici rigide si fabbricavano in passato spazzole e scope, da cui anche il nome “erba da spazzole”.
Testo e foto: Nicola Schoenenberger
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