Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.

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Clematis recta

19.05.2020
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

Con oltre 300 specie, Clematis è uno dei generi dei più importanti della famiglia delle Ranunculaceae, divenuto celebre in Europa sin dall’Ottocento per le sue numerose e splendide varietà ornamentali, per lo più di origine cinese e giapponese. 

In passato, la nostrana Clematis recta L., seppur amata dai giardinieri, era ancor più apprezzata dai mendicanti, che ne sfruttavano le proprietà tossiche per procurarsi vesciche sulla pelle nella speranza di suscitare la compassione dei viandanti.
Il nome del genere, normalmente attribuito a Dioscoride, proviene dalla radice greca klema che significa sarmento o tralcio di vite, in riferimento al portamento volubile di queste piante lianescenti. L’epiteto recta significa ritto o senza difetti. In italiano si chiama clematide eretta.

Pianta perenne alta fino a 1.5 m, possiede fusti erbacei eretti, non rampicanti, contrariamente ad altre specie dello stesso genere che hanno un fusto legnoso volubile. Le foglie sono opposte (disposizione tipica delle clematidi ma eccezionale per la famiglia delle Ranunculaceae che generalmente hanno foglie alterne), glauche, glabre e composte da 5-9 foglioline intere a forma triangolare-ovata. I fiori, dal diametro fino a 2 cm e di colore bianco latteo, sono raggruppati in grandi infiorescenze a grappolo e sono privi di una corolla vera e propria, è il calice colorato che fa le veci dei petali, assumendo la funzione vessillifera. I frutti secchi, dotati di un solo seme, sono sormontati da una lunga piuma sericea che ne assicura la dispersione tramite il vento. Fiorisce tra maggio e luglio.

Specie di origine euro-siberiana (delle zone temperato-fredde dell’Eurasia) è diffusa dalla Spagna del nord all’arco alpino, all’Appennino, fino in Polonia e nella parte europea della Russia, in Crimea e nella penisola balcanica. In Svizzera è poco frequente e presente soltanto a Ginevra, nel Vallese occidentale e in Ticino (Locarnese e Sottoceneri). È iscritta nella Lista Rossa svizzera come specie potenzialmente minacciata.

L’habitat della clematide eretta sono i cespuglieti e i margini boschivi, le radure e i e boschi termofili di roverella fino a circa 800 m di altitudine. Colonizza le posizioni mediamente secche e povere in nutrimenti, preferendo i suoli calcarei. Cresce anche su substrati silicei, purché non siano acidi.

Apprezzata nel giardinaggio per la bellezza delle sue foglie e dei suoi fiori, è usata anche in medicina omeopatica contro le affezioni cutanee, le disfunzioni ghiandolari e le infezioni urinarie. Allo stato fresco, tutte le parti della pianta sono tossiche a causa della presenza di protoanemonina (composto chimico del gruppo dei lattoni presente in tutte le Ranunculaceae) che si degrada con l’essicazione. L’avvelenamento da protoanemonina provoca gastroenterite, irritazione dei reni e del sistema nervoso, mentre il succo della pianta irrita fortemente le mucose e porta alla formazione di vesciche. Per questo motivo, in passato, i mendicanti lo usavano per fingere malattie della pelle in modo da suscitare maggiore compassione e, di conseguenza, generosità nei loro confronti.

 

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Testo e foto: Nicola Schoenenberger