Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.

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Laburnum anagyroides

24.05.2016
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

Lo si conosce poco. È quella macchiolina gialla, dai fiori a grappoli, che in primavera si distingue tra gli alberi dei nostri boschi. È considerato magico, cresce accanto al Sentiero di Gandria, sopra a Brissago c'è un intero bosco a lui dedicato, non a caso si chiama bosco sacro.

Ecco un’altra fabacea, di cui il Sentiero di Gandria è particolarmente ricco. Il maggiociondolo (Laburnum anagyroides Medik.) è un grande arbusto originario dell’Europa centrale e meridionale, indigeno in Ticino, dalle caratteristiche foglie trifogliate. È molto apprezzato come albero ornamentale per la bellezza dei suoi fiori di colore giallo-oro, molto profumati, che formano grappoli lunghi fino a 25 centimetri e sbocciano tipicamente nel mese di maggio (da cui il nome). In tedesco è chiamato Goldregen, ovvero pioggia d’oro. Esemplari di maggiociondolo si trovano nel bosco sopra il sentiero di Gandria. Il maggiociondolo apprezza infatti i terreni calcarei e rocciosi.
In tutte le sue parti, ma in particolare nei semi, il maggiociondolo contiene citisina, un alcaloide tossico dalle proprietà insetticide simili alla nicotina. I semi sono velenosi per l’uomo e per gli animali. Alcuni animali selvatici tuttavia (come lepri, conigli e cervi) se ne cibano senza problemi. Per questo, in alcuni luoghi, il maggiociondolo è ritenuto una pianta magica.
Si racconta anche che le streghe usassero il maggiociondolo per preparare bevande psicoattive che dessero loro il senso di leggerezza e di inconsistenza del peso corporeo per “volare”. Durante i sabba, come segno distintivo, le streghe utilizzavano un bastone di maggiociondolo, sul quale si dice cavalcassero (sarebbe la famosa scopa delle streghe usata per volare). Il maggiociondolo è così divenuto simbolo del volo e della vittoria sui vincoli del corpo e della materia.
Visti i frutti che somigliano a fagioli, l’ingestione di maggiociondolo è una delle cause più frequenti di segnalazione ai centri per domande riguardanti le intossicazioni, fortunatamente i casi gravi sono rari.
Il legno del maggiociondolo è duro, resistente, liscio e molto scuro. Può essere usato, soprattutto se proviene da esemplari molto vecchi, come sostituto dell’ebano (proprio per questo è noto anche come “falso ebano” o “avorniello”). Il legno di maggiociondolo è molto richiesto per eseguire lavori al tornio, come combustibile, per costruire mobili e strumenti musicali (ad esempio i flauti).
Nei monti sopra a Brissago si trova il Bosco sacro di Mergugno (altro riferimento alla magicità dei maggiociondoli), una riserva forestale di maggiociondolo della specie Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. & J. Presl. Nella riserva alcuni esemplari di maggiociondolo sono ultracentenari e raggiungono dimensioni molto grandi per la specie: oltre 10 metri di altezza e quasi 1 metro il diametro del tronco.

 

 

Consulta la mappa di distribuzione di Info Flora del Laburnum anagyroides Medik. e del Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. & J. Presl

 

Segnalazione e controllo scientifico: Nicola Schoenenberger
Foto: Vito Buono e Marinella Zepigi (Acta Plantarum), Jeffdelonge