Dalla A alla Z, i nostri post dedicati alle piante più interessanti che incontriamo a Lugano, o nei dintorni. I testi sono scritti da botaniche e botanici professionisti o confezionati dalla redazione di Lugano al verde con la loro collaborazione.

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Dianthus sylvestris Wulfen

10.08.2020
Schede botaniche   Sentiero di Gandria

Simbolo di amore, fascino e distinzione, il garofano è  fra i più celebri dei fiori recisi, è il fiore all’occhiello di sposi e galantuomini, superato per importanza economica soltanto dalla rosa. Il garofano selvatico, Dianthus sylvestris Wulfen, certo meno noto di quello coltivato, invece di addobbare il bavero di gentiluomini, orna generosamente quasi tutto il percorso del Sentiero di Gandria.

Questa Caryophyllacea fu descritta nel 1786 dal botanico austriaco Franz Xavier von Wulfen e il suo nome, Dianthus, significa nientemeno  che fiore di Zeus, dal greco Diós, Zeus e ánthos, fiore. L’epiteto latino sylvestris si riferisce alle selve ed è spesso usato per denominare le specie tipiche degli ambienti boschivi. In italiano si chiama garofano o garofanino selvatico o silvestre, in francese “oeillet des rochers” e in tedesco “Stein-Nelke”.
Specie erbacea perenne alta 10-30 cm, ha portamento cespitoso per le rosette basali e possiede fusti eretti o ascendenti scarsamente ramificati glabri e ingrossati ai nodi. Le foglie opposte, caratteristica tipica delle Caryophyllaceae, sono lineari e possiedono un apice acuto. Quelle basali possono raggiungere 25 cm di lunghezza, mentre quelle del fusto sono più corte, ripiegate verso l’alto e unite alla base in modo da inguainare il fusto. I fiori generalmente solitari sono poco profumati o inodori. Il calice è tubolare e cilindrico, lungo 15-20 mm e munito di due scaglie basali, ovali e bruscamente contratte in una punta corta. I cinque petali rosa sono dentellati all’estremità e formano una corolla dal diametro fino a 2.5 cm. Il frutto è una capsula cilindrica che si apre in 4 denti. Fiorisce da maggio ad agosto.
Il Garofano selvatico appartiene a un complesso di sottospecie non ancora del tutto investigato scientificamente, proviene dalle montagne circostanti il Mediterraneo ed è diffuso nel nord ovest dell’Africa, nella penisola iberica, in Francia, in Italia (soprattutto lungo le Alpi e gli Appennini) e nella penisola balcanica. A nord raggiunge le Alpi dell’Algovia, in Baviera e in Austria, con stazioni disgiunte nella catena del Taunus in Germania centrale. In Svizzera è diffuso lungo tutte le Alpi, nelle zone prealpine e nel Giura, dove raggiunge il proprio limite settentrionale nel Canton Soletta.
La specie è protetta in numerosi cantoni Svizzeri, in diverse regioni italiane e in Germania, dove è rara, gode di una protezione elevata.
Specie che ama gli ambienti secchi, il garofano selvatico cresce nei prati aridi e negli ambienti rupestri, prediligendo i substrati calcarei, dai fondovalle fino al limite superiore dei boschi, talvolta anche più in alto. Il garofano selvatico è utilizzato come specie ornamentale soprattutto nei giardini rocciosi. È la sorellina del celeberrimo garofano comune (Dianthus caryophyllus L.) a cui assomiglia parecchio e la cui storia si perde nella notte dei tempi, vista la sua coltivazione risalente ad almeno 2000 anni fa. Anticamente il garofano era usato dai musulmani per profumare i liquori, in Europa arrivò nella seconda metà del tredicesimo secolo dove si diffuse rapidamente e divenne simbolo di numerosi paesi, vicende e movimenti. La moda del fiore all’occhiello risale al periodo del terrore della rivoluzione francese, quando il nobile cavaliere Alexandre De Rougeville nascose all’interno di un garofano bianco, infilato sul bavero dell’elegante giacca, un messaggio destinato alla regina Maria Antonietta, prigioniera nelle carceri della Conciergerie. Il tentativo di liberare la regina fallì passando alla storia come il “complotto del garofano”.

 

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Testo e foto: Nicola Schoenenberger